L’arte nelle sue espressioni contemporanee viene spesso percepita come distante dalla quotidianità, legata soltanto a nicchie di intellettuali, non comprensibile a tutti. In un certo senso tende ad allontanare o a far sentire inadeguato chi non ne ha familiarità. A Pettineo, uno dei paesi della Fiumara, invece è proprio l’arte ad invadere gli spazi privati, i luoghi di aggregazione comune, riuscendo a far dialogare visitatori e abitanti attraverso le opere del Museo Domestico, che creano un legame con le persone che le ospitano.
L’iniziativa nasce con l’evento Un Chilometro di Tela, svoltosi nel paese dal 1991 e per alcuni anni a seguire. Nel corso delle edizioni, artisti da tutto il mondo, su invito di Antonio Presi, hanno dipinto una lunga tela stesa a terra, lungo le vie del paese, e sono stati ospitati dagli stessi abitanti a cui successivamente sono state donate le parti della tela tagliata, come ringraziamento dell’ospitalità, creando così un insolito museo d’arte contemporanea diffuso nelle case ospitanti le opere. A ciascuna abitazione ospitante è stata donata una targa in ceramica da apporre all’esterno, recante il nome della famiglia e l’autore del quadro ospitato. Un segnale per i visitatori alla ricerca dell’opera che al
tempo stesso hanno la possibilità di interagire con gli abitanti del paese, diventati custodi dell’opera, patrimonio materiale del Museo. Un progetto sanamente velleitario e confortevolmente speranzoso, quello di Antonio Presti, che ha cercato di definire un pubblico, ricreandolo attraverso gli interstizi di un’umanità già esistente come pubblico dell’arte, senza averne però consapevolezza. La cultura viene considerata un ambito produttivo di importanza secondaria: tramite questo progetto si è voluto contribuire a ribaltare tale considerazione. Sembra un gioco, un esperimento per richiamare l’attenzione su un’area poco conosciuta, ma è stato anche un tentativo per avvicinare la gente alla conoscenza della cultura contemporanea. Il procedimento di salvaguardia delle nostre città e del territorio deve essere richiesto dagli abitanti stessi dei paesi e delle campagne. Conoscere la propria storia, quella delle strade su cui ogni giorno si cammina, della piazza, della chiesa, dei ruderi del castello, riconoscere i rapporti tra finestre e portali, tetti e balconi, alberi e colline, diventa fondamentale premessa alla richiesta della tutela del territorio come cosa propria, non imposta da leggi poi disattese.
Il 25 giugno 1991 il comune di Pettineo si è svegliato con la suggestiva sorpresa di una striscia di tela lunga un chilometro che si inerpicava per le sue strette viuzze: da via S. Serena svoltava poi in via Roma e infine in piazza Duomo, per ridiscendere a valle.
Era la superficie bianca su cui, cinque metri a testa, da lì a poco centocinquanta artisti avrebbero dipinto un’opera e stabilito un primato.
“Noi l’arte la regaliamo a chilometri” diceva soddisfatto Antonio Presti osservando il variopinto spettacolo dei pittori chini sulla tela.
“Qui noi stiamo inventando il paese museo. Ci si lamenta sempre che non esistono gallerie civiche, ma eccola qua la galleria, per crearla ci basta un giorno”.
Ogni famiglia di Pettineo ha invitato a pranzo un pittore. In cambio a sera ne ha avuto l’opera da custodire.
Tra gli artisti invitati più noti: Graziano Marini, Nino Mustica, Giovanna Mancuso, Kalus Munch, Piero Almeoni, Luca Quartana, Graziano Pompili, Antonio Pazzaglia, Carlo Ferraris, Adriano trovato, Stefano Arienti, Marino Airo’, Nicola Troiolo, Serenella Lupparelli.
La seconda edizione, svoltasi il 21 giugno 1992, ha visto la presenza di centocinquanta pittori provenienti da tutta la Sicilia, da varie parti d’Italia e del mondo per dimostrare possibile un sogno lungo mille metri: la tela più lunga del mondo.
Tra loro, una quarantina di artisti italiani, francesi, tedeschi, segnalati da gallerie, centri culturali e accademie europee in Italia, con un lavoro inusuale da svolgere: dipingere un’opera, carponi, all’aperto, sotto la luce che cambia e in una sola giornata.
Per ricompensa uno di quei ricchissimi pranzi domenicali di cui è capace la cucina siciliana: ognuno di loro è invitato alla tavola di una delle famiglie del paese.
Una giornata di mobilitazione con esperimenti d’arte degli artisti Claudio Marullo, Graziano Marini, Gai Candido, Michele Canzoneri, Rossella Leone, Wolfang Petrovskji, Jani Bourdais, Paolo Icaro, Susana Talayero, Susanne Kessler, Bianca Nappi, Vincenzo Greco, Lidia Di Franco e tanti altri.
Ma gli artisti ufficiali non sono soli: accanto a loro ragazzi delle accademie, provenienti da tutta la penisola e dall’estero, degli istituti d’arte siciliani, pittori della domenica, bambini volenterosi di giocare e chiunque abbia avuto il desiderio di prendere un pennello o un carboncino in mano tra una folla di curiosi, amatori, giornalisti e reporters accorsi ad assistere.
Divisi fra la curiosità del veder nascere in estemporanea l’opera del singolo e quella di percorrere, passeggiando, lo strano itinerario composto da decine e decine di mani e braccia protese a comporre, spesso con linguaggi di estrema diversità, la loro porzione di arcobaleno.
In questa edizione (20 giugno 1993) il Chilometro di Tela è stato arricchito di alcune novità: gli ospiti d’onore sono state le persone portatrici di handicap. L’armonia, la compostezza e la sincronia negati ai loro corpi hanno trovato espressione e forma attraverso colori e segni.
Antonio Presti ha voluto lanciare un messaggio sociale, aprendo il paese a queste persone che da Messina, Catania, Palermo sono accorse numerose, grazie all’impegno di tantissimi volontari, per vivere l’emozionante dimensione della creatività.
Insieme con 200 artisti provenienti da tutta Italia, hanno dipinto forme astratte, figurative, polimateriche. Poi, alla luce radente del tramonto, si è svolto il taglio della tela e il dono alle famiglie del paese.
Nelle giornate del 23, 24 e 25 giugno 1995 l’Africa è sbarcata a Pettineo, ospitata da questa edizione del Chilometro di Tela per una festa lunga tre giorni a ritmo di suoni e colori esotici. Tutti in piazza per disegnare su una bianca tela srotolata tra i vicoli, a confronto con pittori e scultori europei e africani.
L’obiettivo è stato la costruzione di una città ideale con l’intenzione di fare compiere un salto di qualità al progetto: invitare l’Africa significa trasformare Pettineo in un contenitore della cultura dell’uomo, intesa nella più vasta accezione possibile.
Tra gli artisti: Panga, Abgola Oribyloye, Claire Gavronsky, Nadine Gordimer, Theo Eshetu, Susanna Kessler, Gai Candido, Bianca Nappi, Bertina Lopes, Elisabeth Frolet, Khaled Murad. Coinvolto nell’evento anche lo scrittore nigeriano Wole Soyinka, premio Nobel per la letteratura.
L'opera