Una preghiera per ricollegare l’Umanità al Sublime e all’Universale.
La semina di bellezza, che Antonio Presti e la sua Fondazione coltivano instancabilmente, da più di vent’anni, nel quartiere catanese di Librino, prosegue nel suo percorso, con un grande progetto di arte, spiritualità e bellezza ispirato al Cantico delle Creature di San Francesco e al suo spirito di comunione universale.
Un percorso fisico, artistico e spirituale senza eguali, manifestato attraverso le immagini dei volti degli abitanti del quartiere di Librino, affiancate dalle parole dense di sacralità dell’antica preghiera scritta dal Poverello d’Assisi nel 1226.
Un’installazione monumentale, articolata attraverso 700 grandi banner (realizzati in rete mesh, formato 90×240 cm) posizionati sui tralicci dell’illuminazione pubblica, simbolo di una ricucitura spirituale, etica ed estetica di tutto il quartiere.
Un viatico interiore sviluppato lungo le strade, inanellate in ogni viale dai banner del Cantico che mostrano un susseguirsi di immagini, partendo dall’alba dell’esistenza in cui il bambino apre gli occhi al mondo, per proseguire con i volti dei giovani che pian piano lasciano la scena agli adulti, fino ad arrivare all’ultima fase della vecchiaia. Da qui, passando per “Sorella Morte”, il percorso fotografico continuando al contrario, riparte dalla vecchiaia per riconsegnarsi all’ultima immagine di rinascita. Un ciclo dell’esistenza che non trova la sua fine in quella morte, ma che si rigenera sempre nella circolarità universale.
«Quando il Cantico sarà installato – spiega il mecenate Antonio Presti presentando il progetto – il cittadino di Librino, incontrando ogni giorno un’immagine familiare accompagnata da una parola del Cantico, anche solo per un istante, si ricongiungerà a un suo Valore Universale. La mente, dopo essersi disconnessa dal suo ordinario quotidiano, si ricongiunge all’improvviso con il suo Sublime. Sarà quell’attimo di Eternità dal quale non si torna indietro uguali a prima. Sarà come entrare in una lavatrice spirituale e ricevere una sorta di battesimo di luce».
Le parole del Cantico, semplici e toccanti, quelle stesse che hanno ispirato Papa Francesco per la sua seconda Enciclica intitolata proprio Laudato sii, nutriranno anima e cuore. «Librino grazie a questa installazione – sottolinea Antonio Presti – diventerà quel luogo dove la regola per entrare e per uscire è che bisogna sempre cantare. E come diceva Sant’Agostino: “chi canta, prega due volte”».
Per immortalare i volti e gli sguardi degli abitanti sono stati coinvolti nove fotografi siciliani: Arianna Arcara, Luigi Auteri, Valentina Brancaforte, Cristina Faramo, Claudio Majorana, Alessio Mamo, Orazio Ortolani, Maria Sipala, coordinati dal fotoreporter catanese Antonio Parrinello.
Gli artisti hanno condiviso dei laboratori emozionali con i cittadini, partendo dalle parrocchie di Beato Padre Pio da Pietralcina (padre Piero Galvano), Nostra Signora del Santissimo Sacramento (padre Aristide Raimondi), Resurrezione del Signore (padre Salvo Cubito), San Giuseppe al Pigno (padre Gilbert Mukanya Bilolo), Santa Maria Ausiliatrice e San Domenico Savio (padre Fabio Vassallo), Santa Chiara (padre Domenico Guerra).
Prezioso è stato, in questo percorso di condivisione, il supporto non solo delle chiese e degli oratori ma anche delle scuole, associazioni e attività commerciali operanti nel quartiere periferico di Catania e che mantengono un ruolo fondamentale di presidi di legalità ed educazione per i giovanissimi. A Librino, infatti, abitano le nuove generazioni del capoluogo etneo: nelle scuole ci sono 10 mila bambini e nella municipalità vive il 20% dei catanesi tra i 14 e i 19 anni. Dalla loro educazione e formazione nei prossimi 10 anni dipende il futuro della città.
«La Politica di Bellezza che ho sempre applicato – spiega Presti – non affonda le radici nel concetto di recupero ma in quello di rispetto e mira a restituire all’abitante di un quartiere di mancamento, la dignità di cittadino che, attraverso la potenza della conoscenza, diventa protagonista del cambiamento. L’ignoranza è la schiavitù; il Potere è il Sapere. Bisogna tornare a far vibrare il cuore che in questa contemporaneità è anestetizzato dal potere del consumo e dell’apparire e dalla schiavitù delle nuove tecnologie. I giovani devono riconquistare l’anima del futuro come sogno e utopia, stupore e meraviglia e devono sentirsi cittadini attivi di una democrazia partecipata che coniuga il senso della vita mettendo la conoscenza al primo posto. La luce della conoscenza è universale e inarrestabile».
L'opera